La gematria è una delle più antiche forme di conoscenza simbolica dell'umanità.
Molte persone la associano alle tradizioni ebraiche, ai testi sacri o alla mistica qabbalistica, ma in realtà rappresenta un modo universale di pensare: è l'idea che lettere e numeri non siano strumenti separati, ma due piani della stessa realtà.
Nota terminologica. In questo testo uso il termine gematria in senso esteso, per indicare qualsiasi sistema di corrispondenza numerica tra lettere. Tecnicamente, “gematria” appartiene alla tradizione ebraica, mentre in quella araba si parla di Abjad o Hisab al-Jummal. La scelta di unificare i termini riflette un principio simbolico condiviso: la realtà come intreccio di lettere e numeri.
Nelle tradizioni semitiche — ebraica e araba — le lettere non sono semplici suoni.
Sono forme, energie, valori, vibrazioni.
E proprio perché ogni lettera è anche un numero, la parola diventa un ponte verso la logica più profonda dell'esistenza.
Comprendere la gematria significa iniziare a vedere che il mondo non è casuale.
È fatto di relazioni.
Che cos'è la gematria? Una spiegazione semplice
La gematria è un sistema in cui ogni lettera dell'alfabeto ha un valore numerico.
Sommandoli, si ottiene il valore numerico di una parola.
א = 1
ב = 2
ג = 3
…
י = 10
כ = 20
ל = 30
…
ק = 100
ר = 200
ש = 300
ת = 400
Quindi la parola אֶהְיֶה (Ehyeh) vale 21.
La stessa logica esiste nell'arabo classico con il sistema Abjad, dove ad esempio:
ب = 2
ج = 3
د = 4
ه = 5
…
ق = 100
ر = 200
ش = 300
ت = 400
Nota sui valori abjad. I valori numerici riportati per le lettere arabe derivano dal sistema Abjad al-Kabīr (sequenza orientale classica). Esistono altre varianti storiche — maghrebina, ottomana — che differiscono leggermente. Qui utilizzo lo standard più diffuso nella letteratura sufi delle lettere.
Gli alfabeti semitici condividono una struttura numerica comparabile nelle rispettive tradizioni mistiche.
La stessa logica di corrispondenza vibra in entrambe le vie.
Perché associare numeri e lettere?
Per gli antichi, e ancora oggi per chi pratica, numeri e lettere non erano categorie distinte.
Un numero non era una quantità, ma una qualità.
Una lettera non era un segno grafico, ma una forma spirituale.
La gematria nasce quindi da una comprensione profonda:
I numeri sono collegati alla forma delle lettere e allo spirito.
Sono emanazioni delle sensazioni che si percepiscono nel mondo spirituale.
Sono rapporti fra: la forma della lettera, il suo numero, e chi la riceve interiormente.
In altre parole:
la gematria è un ascolto.
La logica delle corrispondenze
Quando due parole hanno lo stesso valore numerico, nella gematria non si dice che è una coincidenza… si dice che è una co-incidenza: qualcosa che cade insieme.
"Coincidenza" deriva da co-incidere: incidere nello stesso punto.
Una sincronicità, direbbe Jung.
Nota epistemologica. Le considerazioni sulle sincronicità numeriche come forma di comunicazione cosmica appartengono alla dimensione simbolica e psicologica (Jung) e alla tradizione mistica (qabbalah e sufismo). Non descrivono un fatto verificabile empiricamente, ma un modo di percepire il mondo attraverso uno sguardo interiore.
È l'allineamento di forze che vogliono mostrarti una relazione.
La gematria rende visibile questo tessuto nascosto.
Un esempio potente: Moshe, Ha-Shem, Ehyeh Asher Ehyeh
Ha-Shem (השם) = 345
Moshe, l'uomo, e Ha-Shem, il Nome divino, hanno la stessa struttura numerica.
Sono specchi, riflessi l'uno dell'altro.
Precisazione interpretativa. Quando due parole condividono lo stesso valore numerico (come 345 per Moshe e Ha-Shem), la gematria indica una relazione simbolica, non un’identità di essenza. Le immagini dello “specchio” e del “divenire” appartengono alla mia lettura meditativa e non rappresentano una dottrina rabbinica formalizzata.
Quando Moshe chiede a Dio: "Qual è il Tuo nome?", la risposta è:
אֶהְיֶה אֲשֶׁר אֶהְיֶה
Ehyeh Asher Ehyeh
che vale 543, lo specchio perfetto di 345.
543 → forma divina nel suo divenire
L'uomo guarda il Divino
Il Divino gli risponde… nel riflesso.
Abjad: la gematria araba
Anche nella tradizione araba il sistema Abjad permette di leggere il Corano e la poesia come strutture numeriche.
الله (Allah) = 1 + 30 + 30 + 5 = 66
الرحيم (al-Raḥīm, "Il Compassionevole") = 258
الرحمن (al-Raḥmān, "Il Misericordioso") = 329
Qui le corrispondenze emergono non solo tra parole affini, ma tra interi versetti.
Molti sufi hanno costruito meditazioni e diagrammi numerici basati proprio su queste risonanze.
L'abjad ebraico e arabo condividono lo stesso principio:
la realtà parla attraverso numeri che sono lettere e lettere che sono numeri.
Coincidenze, sincronicità, manifestazione
Quando due numeri appaiono più volte nella nostra vita, o quando notiamo ripetizioni simboliche, non è "magia" nel senso popolare del termine: è il modo in cui l'universo comunica secondo questa lingua antica.
Essere intimi con l'universo significa:
essere riempiti di accadimenti,
riconoscere i segnali,
leggere i segni,
e comprendere che tutto ciò che accade è in relazione.
Sincronicità numeriche, ricorrenze, pattern:
sono inviti, non superstizioni.
La gematria offre una grammatica per leggerli.
Il principio spirituale alla base: trasformare il desiderio
Nella tradizione della qabbalah — ma anche nel sufismo — il lavoro ultimo della gematria non è matematico.
È trasformativo.
Il numero serve a ricordare un principio fondamentale:
Convertire il desiderio di ricevere
in intenzione di dare.
Ricevere per dare.
Ricevere per trasformare.
Ricevere per manifestare.
Nota sulla tradizione qabbalistica. L’idea che il lavoro spirituale consista nel “convertire il desiderio di ricevere in intenzione di dare” riflette un asse fondamentale della qabbalah lurianica e di alcune scuole chassidiche moderne. Non è però l’unica formulazione presente nella storia della qabbalah; qui la utilizzo come sintesi efficace di un principio trasformativo condiviso da molte vie interiori.
La gematria non è un sistema per prevedere, ma per risvegliarsi.
È un esercizio di riconoscimento: vedere l'armonia invisibile che sostiene l'apparenza.
Conclusione: studiare la gematria come pratica interiore
Comprendere le corrispondenze numeriche non richiede conoscenze preliminari: richiede ascolto.
Richiede la disponibilità a vedere che l'universo non è meccanico, ma simbolico.
Che i numeri sono porte.
Che le lettere sono forme viventi.
Che i testi parlano anche quando sembrano silenziosi.
La gematria è la scienza dell'intervallo, del nesso, della risonanza.
E ogni numero è un invito a ricordare che il mondo non è fatto di oggetti, ma di relazioni.
Relazioni tra spirito e forma, tra forma e numero, tra numero e anima.
Il mondo parla.
La gematria insegna a leggere.